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Palazzo Ginnetti

Veduta se il palazzo non fosse stato demolito.

Veduta della piazza allo stato attuale

Particolare del camino presente all'interno del palazzo

Palazzo Ginnetti: Prospetto Est

Scala a chiocciola

Foto originale del finestrone tondo dell'ultimo piano della scala monumentale

Palazzo Ginnetti

1631-1955

Del prospetto di palazzo Ginnetti verso piazza Cairoli esistono molte foto, fatte in epoche diverse,ma anche in questo caso pochi disegni delle facciate, salvo prospettive pittoriche e altro.

Mi sono voluto cimentare dunque nella ricostruzione della facciata anteriore che si eleva sulla piazza, così come si presentava nel 1912.

Appare austera con tre grandi porte al piano terra e un triplice ordine di finestre soprastanti, con al centro al primo piano un balcone.

Il cornicione ornamentale riporta le insegne araldiche dei Ginnetti e dei Barberini.

La scala monumentale adiacente al palazzo fu eseguita su disegno di Martino Longhi e impreziosita dagli ornamenti di Paolo Naldini.

E’stato affermato che la scala per la sua bellezza fosse seconda solo a quella della reggia di Caserta.

Benché molte ricchezze del palazzo,fra cui quadri e statue, furono trasferiti intorno al 1798/1800, nel palazzo Lancellotti a Roma e parte a Napoli, il palazzo conservava ancora molte opere di pregio.

Durante i bombardamenti del 1944 il palazzo fu colpito sul lato sinistro e sulla scala, come si evince dalla foto allegata, ma non in maniera grave, tant’è vero che fu vincolato dalla Soprintendenza.

Foto del 1944

Fu redatta una accurata documentazione fotografica tale da poter presentare nel 1945 un progetto di restauro approvato dal ministro della Pubblica Istruzione V.Arangio Ruiz, ma non se ne fece nulla.

I nuovi proprietari fecero invece di tutto per farlo degradare per ottenere alla fine il beneplacito della soprintendenza alla demolizione.

Mi è stato riferito che all’interno del palazzo fu’ girato un film in cui veniva girata una scena con un incendio reale in cui andarono in fiamme le parti lignee dell’edificio.

Nel 1955 fu definitivamente demolito per far posto ad una orrenda costruzione a due torri collegate alla base,e con una imprecisata e inutile galleria, il tutto prese il nome di palazzo Ginnetti “sic!!”.

A onor del vero è certo che solo un tecnico si levò contro l’incuria e l’abbattimento del prezioso palazzo, il geometra Umberto Barbetta, ma nulla ottenne contro gli interessi dei proprietari e degli amministratori comunali, così perdemmo un altro bene artistico che avrebbe portato lustro e turismo alla nostra Velletri.